mercoledì 21 maggio 2014

Il TRENO

"Infine mi ritrovai mezzo addormentato nel gelido piano inferiore della Pennsylvania Station, a fissare la "Tribune" del mattino, in attesa del treno delle quattro."
                    (Capitolo 2, pag 32)

                  "Un pomeriggio andai a New York in treno con Tom..."
                  (Capitolo 2, pag 21) 
                  


 "Quando il mio treno sbucò dalla galleria nel sole, soltanto i fischi roventi della National Biscuit Company spezzavano il silenzio ribollente del mezzogiorno. I sedili di paglia della carrozza erano sul punto di accendersi;"
(Capitolo 7, pag 92)


Forse la più bella locomotiva a vapore carenata nordamericana, una bianca J-3a della NYC, conrodiggio Hudson. Il design era di Henry Dreyfuss.

La ferrovia ha rappresentato e continua a rappresentare ancora oggi, non solo per gli Stati Uniti, uno dei motivi principali nello sviluppo di un paese. Il grande miracolo che ha consentito di creare una grande nazione in grado di sostenere oltre cento milioni di uomini resisi liberi con la conquista del west è in parte dovuto alla diffusione delle ferrovie e dei treni che consentirono di coprire le oltre 3.000 miglia di distanza da oceano ad oceano in tempi ragionevoli e in sicurezza. L’idea della costruzione di una ferrovia negli Stati Uniti è stata concepita per la prima volta dal colonnello John Stevens, nel 1812, il quale descrisse le sue teorie in una raccolta intitolata “Documentazione tendente a dimostrare i grandi vantaggi delle ferrovie e dei carri a vapore rispetto all’uso dei canali di navigazione”. 


Nella lezione tenuta oggi dal prof Marchis tuttavia si evidenziava come fino all'800 è l'acqua la vera protagonista dello sviluppo delle prime città, basti pensare ai primissimi insediamenti in Mesopotamia, vicino al Tigri e all'Eufrate fino ad arrivare alla fondazione di Roma lungo le sponde del Tevere e così via. L'acqua, infatti, oltre ad essere uno dei beni di prima necessità per l'uomo, si è rivelata fondamentale nel settore dei trasporti ma anche in quanto fonte di energia, per i mulini prima e per tutte le fabbriche in seguito, che sfruttavano la sua potenza,convogliata in un apposito sistema di canali, per alimentare le macchine e portare avanti la produzione. La ferrovia, invece, la farà da padrona fino a quando, durante la prima metà del Novecento, ci si rende conto che il trasporto su gomma risulta maggiormente fruibile e con maggiori margini di sviluppo, aprendo la strada all'epoca dell'automobile.

Particolare della planimetria dei Canali Municipali della Città di Torino, fine Ottocento.



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